ALESSANDRO GUERRIERO – Fragilismo

Chi consideri come maestri?

Grazie al Politecnico di Milano ho potuto conoscere i fratelli Castiglioni, Rogers, Gregotti, e Umberto Eco. Tutti nomi che hanno lasciato un segno sul mio percorso.

Quale consiglio daresti a un giovane designer?

Ognuno deve imparare quali sono i propri difetti.

Perché i difetti?

Il concetto di difetto è importante, e ancora di più lavorarci sopra: quello che bisogna fare è saper tramutare i difetti in pregi, perché diventando consapevoli di quali sono i propri difetti, le anomalie che tutti noi abbiamo si possono rielaborare e guardare sotto un’altra luce. Un esempio semplice è che se una persona non riesce a pennellare un muro in modo preciso, ma anzi si vedono persino le righe della pittura, non si deve preoccupare. Anzi, deve inventarsi qualcosa con quelle righe lì, perché è proprio questo il suo pregio! Non deve passare tutta la vita a cercare di non fare le righe, altrimenti non impara niente. Fai le righe! Fai le righe!

È di questo che parlerà il suo incontro?

Esattamente. Difetti che si possono tramutare in pregi, delle incertezze che devono essere gestite in maniere differenti, del fatto che ci sono delle situazioni di potere che vanno abbattute. Le incognite, il fragilismo: tutto ciò fa parte di una nuova visione del mondo.

Giulia Russo

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