Chi sono i tuoi maestri?
Il primo maestro è la vita. Poi ci vuole anche un pizzico di fortuna, ma bisogna saperla provocare: è nelle situazioni estreme che si diventa sensibili alle occasioni e ci si pone in condizione di scatenare la creatività.
La nozione di maestro oggi è un po’ cambiata: oggi i giovani hanno molto da insegnare alle generazioni che gli hanno preceduti. In questo momento storico la nozione di “Teaching by learning” acquista un nuovo senso: siamo tutti alle prime armi davanti a certe problematiche ed è necessario che si attivi uno scambio reciproco, orizzontale.
Poi, certo, ci sono persone che considero maestri di vita, che hanno cambiato la mia attitudine verso le idee progettuali. Ad esempio Gilles Clement, un grande botanico che ha reinventato la natura di giardino; l’architetto berlinese Ludwig Leo, egli ha costruito edifici che hanno completamente rivoluzionato le regole della città murata degli anni ’80. O ancora Lucius Burckhardt, un urbanista svizzero che ha ricercato modi per attivare la partecipazione dei cittadini all’interno delle metropoli.
Cosa consiglieresti a un giovane che si avvicina al mondo delle arti visive?
Di aprire lo sguardo, di abbandonare ogni schema e ogni rigidità.
Le arti visive sono una realtà in cambiamento e sempre più complessa: le immagini vengono create da tantissime persone diverse, e siamo ormai in un mondo a tre dimensioni. Ogni immagine racconta una storia, e chi si avvicina a questo ambito deve essere in grado di crearle, e magari di renderle qualcosa di utile per la collettività.
Cosa sentiremo nel seminario?
Racconterò della nostra relazione con l’intelligenza artificiale. Ognuno di noi fa ricerche sul web per trovare riferimenti, e lo stesso fanno anche i sistemi di intelligenza artificiale. Presenterò anche dei casi in cui il malfunzionamento crea serendipity, sorpresa, e interviene in maniera creativa su una montagna di dati di origine statistica o comparativa.
Cos’è per te l’identità rispetto all’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale coinvolge il problema delle libertà individuali e dei diritti, e quindi dell’identità. Se queste potenzialità tecnologiche fossero utilizzate in modo creativo potrebbero costituire una nuova democrazia: sono frontiere che andranno esplorate nei prossimi anni, e che toccano questioni cruciali. Io sono convinto che, con un po’ di creatività, questi sistemi possono diventare produttivi, oserei anche dire positivi.
Ivana Napoli