I’LL BE YOUR MIRROR: RACCONTARE SE STESSI A PARTIRE DAI TAROCCHI

A CURA DI

Fulvio Vanacore 

FILM.

Paterson di Jim Jarmusch.
Un film molto bello, parla della necessità di conoscere la forma quotidiana della nostra voce interiore, che non deve necessariamente essere il nostro lavoro: in questa ricerca può rientrare anche solo un’attività a cui dedichiamo uno spazio limitato nel corso di una giornata, che però è quella che ci “definisce” di più. Paterson è la storia di un uomo che ad un certo punto della sua vita arriva a definirsi un poeta, anche se fa l’autista di autobus.

LIBRO.

La persona e il sacro di Simone Weil.
È incredibile che i contenuti di questo libro, nonostante la densità, siano anche molto in linea con quello che stiamo facendo al workshop. Alla fine della lettura ti lascia un senso di fiducia, verso l’umano principalmente, ma dà anche un’idea della necessità che questa fiducia vada alimentata con l’impegno. D’altronde Simone Weil lo ha scritto in un periodo particolare, all’alba dei totalitarismi.

CANZONE.

I’ll be your mirror di Velvet Underground.
Il senso del brano prende forma grazie alla frase «Io sarò il tuo specchio e rifletterò quello che sei», cioè esattamente quello che stiamo facendo noi in questo workshop: ricorrere all’interazione con l’altro per imparare a riconoscersi negli sguardi del prossimo, rispecchiarsi in essi.