Workshop a cura di Massimo Caiazzo
I colori hanno il grande potere di influenzare la nostra visione delle cose, parlarci dell’ambiente che ci circonda per restituirci un messaggio. Sono una risorsa nell’ambito della costruzione e ristrutturazione di edifici e quartieri: per questo la semplice parete gialla di un ufficio può — in un certo senso — trasmetterci la stessa energia di un caffè. Umanizzare l’ambiente significa progettarlo per il benessere delle persone che lo abitano, sfruttando gli stimoli che colori e luci sono in grado di inviare ai cinque sensi.
Gli studenti del workshop Il valore sociale del colore a cura di Massimo Caiazzo, vicepresidente di IACC (International Association of Colour Consultants/Designers), hanno esplorato le potenzialità del colore nell’ambito di un progetto sociale: la riqualificazione del secondo cavalcavia lungo Alzaia Naviglio Pavese, che separa la modernità dei Navigli dalle case popolari che si trovano al di là del ponte.
La sensazione condivisa di abbandono del luogo, attraversato quotidianamente da pedoni, ciclisti e automobili, sembra legittimare gli atti vandalici, che ne peggiorano l’aspetto. Dopo un sopralluogo, i partecipanti hanno il compito di progettare un intervento cromatico, che trasformi il cavalcavia in uno spazio urbano luminoso, un punto di benvenuto o di arrivederci dalla città di Milano. L’indicazione è quella di modificare, attraverso l’impiego del colore, la struttura rigida e fredda del viadotto, rendendola morbida e accogliente, e cancellare così la sensazione di sporco e di pericolo che ora restituisce. Si può lavorare per mimetismo, riprendendo i colori dell’ambiente circostante per nascondere l’elemento urbano, oppure approfittare dell’occasione per metterlo in mostra sotto una veste nuova.
Così nasce un interessante scambio di idee, favorito dall’eterogeneità della formazione degli studenti, per ridare vita, intervenendo su un solo elemento, a un’intera aerea della città e al modo di abitarla.
Gaia Geremia