Workshop a cura di Elena Mazzi
«Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili.» È da questo desiderio che Georges Perec inizia l’analisi sull’ambiente al centro di Specie di spazi (1974), per arrivare a conoscere i luoghi nel loro essere abitati. Lo stesso testo diventa punto di partenza del workshop Question your tea spoons, a cura di Elena Mazzi: una guida per re-imparare a osservare, cogliere stimoli e interagire con quanto ci circonda. Perché sebbene esistano vari metodi per analizzare lo spazio, le percezioni restano soggettive, evocative di storie di vita presenti o passate. Ciò che è simbolico per qualcuno, non lo sarà allo stesso modo per altri.
La lettura di alcuni passi del libro ha ispirato gli studenti nella scelta di spazi e oggetti di cui poter raccontare, dalle camere da letto ai “non-luoghi”, e nel modo stesso in cui trattenerli attraverso la scrittura, perché anche l’ordine di elementi sulla pagina può influire su quello che trasmette.
Gli studenti e le studentesse hanno potuto sperimentare una connessione diversa, intima, con lo spazio dentro e fuori dall’aula, per riscoprirlo nuovo, ricco di suggestioni a lungo ignorate. Ciascuno, in un sacchetto con il proprio nome, ha raccolto in giro per il campus tutto ciò che è associato a esperienze, ricordi, persone o altri oggetti. La diversità dei partecipanti (per origine, lingua, studi, etc.) ha prodotto una serie di collezioni di oggetti, un racconto in cui poi le parole si sono sostituite alle percezioni: tracce di sé, estratte da luoghi improvvisamente ri-conosciuti.
Gaia Geremia