Intervista a Giangiacomo Ollari  

Un suo autoritratto in poche parole?

Inizierei con una base blu: lo reputo un colore veramente bello, che richiama l’infinito o la rappresentazione del cielo e del mare che collidono. Di seguito, aggiungerei delle chiazze di colore diverse tra loro. A mio parere le sfaccettature della nostra persona ci rappresentano in particolar modo, ed esplorandole riusciamo a trarre ispirazioni che poi possiamo apportare alle nostre idee,  fondamentali per questo tipo di professionalità.

Quali sono gli strumenti che usi nel tuo lavoro e come sono cambiati negli ultimi anni?

Nel mondo degli eventi, oramai la tecnologia è parte fondamentale dell’organizzazione. Personalmente, per stendere le mie idee decido di svilupparle su carta, attraverso schizzi, legandomi a concetti e giochi di parole, che rappresentano un evergreen del mio percorso creativo. Al momento della realizzazione, però, ci piace spaziare tra le possibilità tecnologiche che abbiamo a disposizione. All’inizio, quando questa tecnologia non aveva preso piede nel mondo dell’entrateining, per realizzare uno spettacolo d’effetto si usava la combinazione teatrale scenografia-luci; la scenografia, in particolare, aveva un costo molto elevato.

Quali sono i passi che uno studente dovrebbe compiere per affermarsi in questo campo?

Prima di tutto, guardarsi in giro il più possibile. Esistono moltissime figure professionali, nel mondo dell’intrattenimento, che a voi studenti sono sconosciute. In secondo luogo, bisogna avere la determinazione e la voglia di imparare, mettendoci il 110%. Terzo, ma sicuramente non meno importante, sentirsi imprenditori di sé stessi. Milano offre grandi opportunità per avere un buon posto e farsi un nome in quest’ambito, anche senza avere le “conoscenze”, condizione che molti ancora mettono al primo posto.

Elisa Miatton e Tian Tian He