SCRIVERE CON GLI OCCHI| Enrico Dal Buono
Prima…
“Un narratore deve diventare consapevole di quei particolari di vita concreti che danno realtà al mistero della nostra posizione sulla terra”. Parola della scrittrice a stelle e strisce Flannery O’Connor! Ma non la deve pensare troppo diversamente nemmeno Enrico Dal Buono, docente di scrittura creativa, che sviluppa il suo workshop con l’obiettivo di sovrapporre e accostare l’immaginario visivo – a cui sono già abituati i ragazzi – alla pratica della scrittura. La capacità di osservazione è la prima caratteristica che deve avere chiunque voglia raccontare una storia, sia essa raccolta in un libro, in un reportage o in una sceneggiatura.
…Durante…
Si parte dalla teoria, analizzando i meccanismi narrativi, ma non semplicemente quelli su carta. E infatti ecco House of Cards, con i suoi intrighi e le sue tecniche di coinvolgimento diretto dello spettatore, per poi cambiare genere (e formato) e immergerci nella sequenza strappalacrime con cui si ripercorre la vita di Carl ed Ellie Fredricksen in apertura di Up. Dalla teoria alla pratica il passo è brevissimo: “Quali sono gli elementi emotivi che caratterizzano la stanza che ci circonda?” “Su quali dettagli ci si deve concentrare per dare maggiore concretezza al nostro racconto?”. Le penne (e le tastiere) lavorano senza sosta.
…Dopo
I ragazzi si sono guardati attorno, provando a immaginare il ruolo di ogni persona che incontravano. Che tipo di affinità avranno due persone al bar? Saranno due colleghi di lavoro? Saranno due amanti che si nascondono dagli occhi degli altri? Oppure saranno semplicemente parenti? L’immaginazione avviene attraverso l’osservazione di qualcosa di reale, di vero e tangibile: ma, come tutti sappiamo, un cappello potrebbe anche essere un boa che sta digerendo un elefante.
Alexandra D’Auria