REPRODUCTION – BAMBOLA, FETICCIO, SIMULACRO RIPRODOTTO / Giuseppe Isgrò
Prima…
« Non è una sensibilità di tipo naturale, se di tali ne esistono. L’essenza del camp, infatti, consiste nell’amore per ciò che è innaturale: l’amore per l’artificiale e per l’esagerato […] Una sensibilità è quasi, ma non del tutto, indescrivibile. Ogni sensibilità che può essere racchiusa nella forma di un sistema, oppure maneggiata con i grezzi mezzi della prova, non è più una sensibilità. Si è concretizzata in un’idea. » Susan Sontag, Notes on “Camp”, 1964
L’attore è una rappresentazione di realtà, può essere paragonato a una marionetta: un oggetto feticcio, un soggetto agente nonostante la sua assurdità. Giuseppe Isgrò, regista del gruppo teatrale Phoebe Zeitgeist, offre agli studenti la possibilità di prendere parte alla sua riflessione sulla riproduzione intesa come replica e proliferazione di soggetti e come continuazione di sé. Si esplorano i territori del falso, dell’iper-reale, si cerca di arrivare a una finzione totalmente autentica.
…Durante…
I ragazzi si muovono nell’aula che ospita il laboratorio creativo. Entrano in relazione con dei pupazzi: se li scambiano, li lanciano in aria, urlano i nomi a loro dati e contano ad alta voce. Si incomincia dalla teoria, si studiano i filosofi del simulacro, nonché quegli artisti che hanno già inteso l’arte come un melodramma critico volto a sovvertire la banalità del reale. Si passa poi alle esperienze pratiche, gli studenti sono spinti a sperimentare con il proprio corpo: corpo e mente sono stimolati e portati a lavorare in relazione. Vocalità, testo, improvvisazione, uso della parola, coralità, ricerca del personaggio sono gli elementi della ricerca.
…Dopo
Liberare il corpo attraverso il gioco: nelle ultime ore del workshop ognuno è diverso da come è entrato. Ci si è permessi il lusso del gioco, si ha una nuova consapevolezza del proprio io. Sguardi, corpi, voci, si sono incontrati nel movimento: il contatto con l’altro (e con la bambola, feticcio, simulacro riprodotto) aiuta a giocare con la propria personalità.
Leonardo Gaiera