MY NAME IS| Stefano Serretta

Prima…

Potrà sembrare un dettaglio all’interno della propria produzione culturale, ma anche la firma vuole la sua parte! Non si tratta solo di una semplice certificazione di autenticità: se intesa come brand o logo, la firma è un ottimo punto di partenza per riflettere sull’auto-rappresentazione e l’auto-narrazione di sé, della propria opera, del proprio prodotto. Una questione tutt’altro che trascurabile, come sanno bene nel campo del design, della moda, e in generale tutti colo che si occupano di arti visive.

 

…Durante…

Si parte dal passato per conoscere l’oggi: quali sono le esperienza più rappresentative dell’evoluzione della firma, intesa come “linea di stile”, marchio di fabbrica di un autore nella propria opera? I ragazzi apprendono, annotano, scoprono, tra tecniche, aneddoti ma anche curiosità che nemmeno sospettavano. Ma poi vengono chiamati al compito più difficile: cercare, partendo da questi esempi pratici, di elaborare una propria auto-rappresentazione, implementando o re-intepretando il proprio vissuto, la propria formazione.

…Dopo

“Che cos’è un autore?” si domanda il filosofo francese Foucault: la risposta la trova ognuno in se stesso! Alla fine del workshop il risultato più difficile che i ragazzi si mettono in tasca i ragazzi è infatti una presa di coscienza: quella del proprio ruolo di autore ma anche delle implicazioni che questo prevede. Una consapevolezza che alimenterà la professionalità di ciascuno, stimolandoli a un continuo confronto con il proprio sistema culturale di riferimento. Riuscirà la loro personalità a lasciare un segno? La scommessa rimane aperta.

 

Alexandra D’Auria